Secondo post su
Napoli.
Durante la nostra
settimana, abbiamo visto un'infinita di cose, tanto che,
probabilmente, questo post sarà solo il primo di una serie a tema.
Una cosa che ci ha
colpiti rispetto l'anno scorso, è
stato notare come vi fossero molte più
strutture aperte ed attive, e come la città in generale, apparisse
maggiormente valorizzata.
È
stato davvero bello ed impegnativo dover scegliere cosa vedere e cosa
lasciare per il prossimo anno, segno che Napoli sta finalmente
rimettendo disponibili ai turisti, buona parte dei propri tesori
nascosti.
Ma iniziamo con
questo giro molto random.
Uno dei luoghi che
più mi sono rimasti nel
cuore, è il Complesso
Museale Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco.
La chiesa, venne
edificata da varie famiglie nobili, per poter dare degna sepoltura
alle persone costrette in povertà, che dunque non avrebbero mai
potuto racimolare il denaro necessario, a questo scopo.
La chiesa, è
già di per sé un'
interessante visita, ma è
quanto giace SOTTO di essa, a costituire la parte più
suggestiva ed unica, dell'intero complesso.
Nei sotterranei
difatti, si trovano i luoghi ove avveniva la preparazione e
successivamente sepoltura, delle persone indigenti.
Una chiesa gemella,
costruita in linea d'aria con quella soprastante, dedicata unicamente
alla conservazione delle “anime pezzentelle”.
L'area è
stata bonificata, le ossa ed i teschi lasciati alla “devozione” e
cura popolare rinchiusi all'interno delle loro nicchie, ad eccezione
di alcune, tutt'ora visibili.
Forse alcuni di voi
non sanno, che a Napoli il culto dei morti, è
estremamente vitale.
I napoletani hanno
nei riguardi dei morti, e sopratutto delle loro anime, una sorta di
rapporto d'amicizia, basato sul dare e avere.
In pratica,
esattamente come avveniva (e credo avvenga ancora) al Cimitero delle
Fontanelle, ossa e teschi vengono lasciati esposti, e a disposizione
dei fedeli che visitano il cimitero.
Costruire piccole
casette per un teschio in particolare, pulirlo, omaggiarlo con doni e
preghiere, è un modo
molto singolare, di invocare l'aiuto dell'anima legata al teschio.
Partendo dal
presupposto che ci si trova dinnanzi ad anime ferme in purgatorio, e
dunque bisognose di preghiere, il Napoletano scaltramente ha pensato,
di offrire all'anima assistenza e refrigerio dal fuoco purificatore,
con preghiere, gesti di affetto e doni, in cambio di grazie.
Se il teschio si
dimostra ben disposto, gli verrà costruita una teca più
bella, portati doni migliori e rivolte preghiere più
frequenti.
Se invece delude le
aspettative del fedele, il teschio/anima verrà “punito” con
metodi assai rudimentali ma efficaci, come il murare la sua teca.
L'area, come detto
sopra, è
stata bonificata e le casette murate non solo per questioni di
igiene, ma soprattutto per contrastare le visite alle anime
pezzentelle, che stavano diventando troppo vivaci, assumendo i
contorni di un vero e proprio culto.
Non essendo resti di
Santi, la cosa non è
risultata gradita alla Chiesa, la quale ha ben pensato di privare i
Napoletani, di questa semplice ed onesta usanza.
Tuttavia, basta
inoltrarsi dietro la chiesa sotterranea, per trovare tutto così
come era in origine.
Nascosta agli occhi
di chi non sa, le nicchie contenenti ossa e teschi si susseguono una
dopo l'altra, in un tripudio di oggetti sacri, monetine, foto di cari
e altro, sepolti sotto lo strato polveroso di secoli.
Fonte immagine: Rocaille (cliccate il link per altre info, ed interessanti immagini)
Non è
più permesso scendere a
salutare le anime, ma una di esse gode ancora di viste occasionali.
Si tratta del
teschio di Lucia.
Adagiato su cuscini,
all'interno di una nicchia solo a lei dedicata, il teschio di Lucia,
col suo velo da sposa e il diadema prezioso, rappresentava e
rappresenta tutt'ora, anche se in maniera minore, il punto di
raccolta privilegiato delle donne di Napoli, in cerca di una grazia
speciale.
Fonte immagine: Vesuvio Live
Ci si rivolgeva a
lei per ottenere gravidanze o matrimoni felici, ma anche per tutte le
altre problematiche, che possano manifestarsi nella vita di una
persona.
Ma chi era Lucia?
Molte le leggende
sul suo conto, che potete leggere seguendo questo link.
Ciò
che accomuna tutte le storie narrate da secoli, è
la morte violenta della giovane, poco prima o poco dopo il
matrimonio.
Per questo, Lucia è
stata “adottata” dalle donne di Napoli come un simbolo, un'anima
particolarmente attenta ai dolori dell'universo femminile, dolori che
anche la giovane ed infelice sposa, ha patito.
Si identificano le
napoletane con Lucia, e forse lo stesso teschio, l'anima che esso
rappresenta, si identifica nel dolore di queste donne, dandole la
capacità di intercedere
con migliore efficacia, all'esaudimento di grazie e favori vari.
Le napoletane
andavano da Lucia donandole i propri veli da sposa, ricoprendo l'area
circostante la sua nicchia di messaggi colmi di amore, speranza e
dolore.
Potrei parlare
ancora a lungo di Lucia e delle anime pezzentelle, ma non riuscirei
mai a trasmettervi le sensazioni che ho provato visitando la chiesa,
e il cimitero sottostante.
Se passate a Napoli,
fate un giro. Il complesso si trova in zona centrale, ed è
facilmente identificabile dalla balaustra in metallo, sulla quale
spiccano dei teschi in ottone, consumati dalle mani di coloro
che passano.
Suppongo si ritenga
un gesto di buon augurio. Io, personalmente, ho carezzato quei teschi
con molto affetto.
Complesso Museale
Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco.
Via dei Tribunali, 39
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