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giovedì 7 dicembre 2017

HÄXAN - 1922

Amo i film muti perché sono crudeli.
Nella loro essenzialità e mancanza di suoni, lasciano alla potenza di espressioni ed immagini il compito di raccontare.
Durante le mie scorribande curiose tra video musicali e articoli scovati su social ed altro, spesso mi imbatto in piccole perle.
Questa volta la mia curiosità è stata portata lontano dal video che potete vedere aprendo il link.
Il brano è di Beta Evers, un’artista Tedesca, specializzata in elettronica minimale e non dalle sonorità alquanto dark, e una certa predilezione per temi come BDSM ed affini.
Il video è un fanmade, che l’artista ha molto apprezzato.
Presenta un suggestivo montaggio di immagini tratte da HÄXAN un docufilm svedese del 1922, il cui argomento è la storia della stregoneria, unite ad altre appartenenti ad una differente pellicola che spero di trovare e visionare.



Mescolando informazioni storiche e ricostruzione cinematografica, Häxan porta lo spettatore in un viaggio a tratti angosciante nelle credenze popolari su demoni e streghe, il ruolo dell’inquisizione, modalità di interrogatorio e torture.
Si analizza infine, usando il metro della scienza medica dell'epoca, il peso che il disagio mentale ha ed ha avuto nella psiche di quelle donne considerate come streghe.
Un film scarno e potente, che mette in luce in modo semplice ma incredibilmente efficace tutta una serie di orrori legati alla stregoneria.
Sul finale, ho pianto.
Ho pianto, perché pur con tutte le limitazioni dell’epoca, si mostra come nonostante i secoli siano trascorsi, qualunque donna od individuo dai comportamenti anomali venga bollato, discriminato e rinchiuso in cliniche, dove viene trattato con metodi forse più umani e non cruenti come quelli dell'inquisizione, ma che fanno ugualmente capire come per la stragrande maggioranza delle gente nulla sia realmente cambiato.
La diversità, fa paura.
Tutto ciò che non si può spiegare o dominare un tempo veniva attribuito al demonio, ora ad altre circostanze, ma l’atteggiamento tenuto da chi non sa e non soffre, è il medesimo.
Noi, donne che silenziosamente annaspiamo sotto il peso di una mente incapace di assolvere decentemente al proprio dovere, siamo le nuove streghe.
Facciamo spavento, esattamente come quelle donne che in tempi antichi solo per il fatto di essere in qualche modo “diverse”, venivano torturate e messe al rogo.
Consiglio vivamente la visione di questo film, specie se amate il cinema muto e temi legati a stregoneria, e condizione femminile nei secoli passati.
La copia che ho visionato ( e della quale metto il link a termine del post) è di qualità straordinaria, e merita di essere vista in tutta la propria feroce bellezza di immagini, temi e chiaroscuri.
La recitazione è molto bella.
Non vi sono eccessi di tipo espressionista, è tutto molto misurato e per certi versi “reale”.
Buona visione.

lunedì 23 maggio 2016

Napoli pt.2 - Le Anime Pezzentelle

Secondo post su Napoli.
Durante la nostra settimana, abbiamo visto un'infinita di cose, tanto che, probabilmente, questo post sarà solo il primo di una serie a tema.
Una cosa che ci ha colpiti rispetto l'anno scorso, è stato notare come vi fossero molte più strutture aperte ed attive, e come la città in generale, apparisse maggiormente valorizzata.
È stato davvero bello ed impegnativo dover scegliere cosa vedere e cosa lasciare per il prossimo anno, segno che Napoli sta finalmente rimettendo disponibili ai turisti, buona parte dei propri tesori nascosti.
Ma iniziamo con questo giro molto random.

Uno dei luoghi che più mi sono rimasti nel cuore, è il Complesso Museale Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco.
La chiesa, venne edificata da varie famiglie nobili, per poter dare degna sepoltura alle persone costrette in povertà, che dunque non avrebbero mai potuto racimolare il denaro necessario, a questo scopo.
La chiesa, è già di per sé un' interessante visita, ma è quanto giace SOTTO di essa, a costituire la parte più suggestiva ed unica, dell'intero complesso.
Nei sotterranei difatti, si trovano i luoghi ove avveniva la preparazione e successivamente sepoltura, delle persone indigenti.
Una chiesa gemella, costruita in linea d'aria con quella soprastante, dedicata unicamente alla conservazione delle “anime pezzentelle”.
L'area è stata bonificata, le ossa ed i teschi lasciati alla “devozione” e cura popolare rinchiusi all'interno delle loro nicchie, ad eccezione di alcune, tutt'ora visibili.
Forse alcuni di voi non sanno, che a Napoli il culto dei morti, è estremamente vitale.
I napoletani hanno nei riguardi dei morti, e sopratutto delle loro anime, una sorta di rapporto d'amicizia, basato sul dare e avere.
In pratica, esattamente come avveniva (e credo avvenga ancora) al Cimitero delle Fontanelle, ossa e teschi vengono lasciati esposti, e a disposizione dei fedeli che visitano il cimitero.
Costruire piccole casette per un teschio in particolare, pulirlo, omaggiarlo con doni e preghiere, è un modo molto singolare, di invocare l'aiuto dell'anima legata al teschio.
Partendo dal presupposto che ci si trova dinnanzi ad anime ferme in purgatorio, e dunque bisognose di preghiere, il Napoletano scaltramente ha pensato, di offrire all'anima assistenza e refrigerio dal fuoco purificatore, con preghiere, gesti di affetto e doni, in cambio di grazie.
Se il teschio si dimostra ben disposto, gli verrà costruita una teca più bella, portati doni migliori e rivolte preghiere più frequenti.
Se invece delude le aspettative del fedele, il teschio/anima verrà “punito” con metodi assai rudimentali ma efficaci, come il murare la sua teca.
L'area, come detto sopra, è stata bonificata e le casette murate non solo per questioni di igiene, ma soprattutto per contrastare le visite alle anime pezzentelle, che stavano diventando troppo vivaci, assumendo i contorni di un vero e proprio culto.
Non essendo resti di Santi, la cosa non è risultata gradita alla Chiesa, la quale ha ben pensato di privare i Napoletani, di questa semplice ed onesta usanza.
Tuttavia, basta inoltrarsi dietro la chiesa sotterranea, per trovare tutto così come era in origine.
Nascosta agli occhi di chi non sa, le nicchie contenenti ossa e teschi si susseguono una dopo l'altra, in un tripudio di oggetti sacri, monetine, foto di cari e altro, sepolti sotto lo strato polveroso di secoli.


Fonte immagine: Rocaille (cliccate il link per altre info, ed interessanti immagini)

Non è più permesso scendere a salutare le anime, ma una di esse gode ancora di viste occasionali.
Si tratta del teschio di Lucia.
Adagiato su cuscini, all'interno di una nicchia solo a lei dedicata, il teschio di Lucia, col suo velo da sposa e il diadema prezioso, rappresentava e rappresenta tutt'ora, anche se in maniera minore, il punto di raccolta privilegiato delle donne di Napoli, in cerca di una grazia speciale.


Fonte immagine: Vesuvio Live

Ci si rivolgeva a lei per ottenere gravidanze o matrimoni felici, ma anche per tutte le altre problematiche, che possano manifestarsi nella vita di una persona.
Ma chi era Lucia?
Molte le leggende sul suo conto, che potete leggere seguendo questo link.
Ciò che accomuna tutte le storie narrate da secoli, è la morte violenta della giovane, poco prima o poco dopo il matrimonio.
Per questo, Lucia è stata “adottata” dalle donne di Napoli come un simbolo, un'anima particolarmente attenta ai dolori dell'universo femminile, dolori che anche la giovane ed infelice sposa, ha patito.
Si identificano le napoletane con Lucia, e forse lo stesso teschio, l'anima che esso rappresenta, si identifica nel dolore di queste donne, dandole la capacità di intercedere con migliore efficacia, all'esaudimento di grazie e favori vari.
Le napoletane andavano da Lucia donandole i propri veli da sposa, ricoprendo l'area circostante la sua nicchia di messaggi colmi di amore, speranza e dolore.
Potrei parlare ancora a lungo di Lucia e delle anime pezzentelle, ma non riuscirei mai a trasmettervi le sensazioni che ho provato visitando la chiesa, e il cimitero sottostante.
Se passate a Napoli, fate un giro. Il complesso si trova in zona centrale, ed è facilmente identificabile dalla balaustra in metallo, sulla quale spiccano dei teschi in ottone, consumati dalle mani di coloro che passano.
Suppongo si ritenga un gesto di buon augurio. Io, personalmente, ho carezzato quei teschi con molto affetto.

Complesso Museale Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco.
Via dei Tribunali, 39