giovedì 6 agosto 2015

Les Vampires

Buongiorno, rieccomi con l'ennesima “recensione” di un film muto.
Quest'oggi presento Les Vampires, film Francese realizzato tra il 1915 ed il 1916 da Louis Feuillade
La scoperta di questo interessante film è avvenuta come sempre grazie ad alcune immagini particolarmente suggestive, presenti in uno dei blog che seguo su Tumblr.

(Una delle foto era questa)

La foto ed il titolo dell'opera mi hanno dapprincipio sviata, facendomi credere che Les Vampires fosse un film horror, ed invece per mia grande meraviglia ed iniziale disappunto, ho scoperto che si trattava di un poliziesco.
Les Vampires è un film ad episodi, cosa che rende la visione della pellicola piuttosto impegnativa, in quanto ciascun episodio dura mediamente tra i 30 ed i 50 minuti.
E il film ne conta ben 10.
Mi ci sono voluti tre giorni per visionare tutte le 7 ore (ripeto: 7 ore) di pellicola, particolarità che colloca Les Vampires nell'elenco dei film piu lunghi mai prodotti nella storia del cinema.
La trama è semplice nella sua costruzione di base, ma presenta numerosi capovolgimenti interni che rendono ogni spezzone unico ed interessante, mantenendo sempre desta tensione e curiosità nello spettatore.
Il giornalista Philippe Guérande ed il suo buffo e svelto compare Mazamette, si trovano coinvolti in una sordida storia di furti e violenze, perpetrati da una banda di criminali chiamata Les Vampires.
Per l'intera durata del film i due cercheranno di incastrare la gang sfuggendo continuamente a rapimenti, conflitti a fuoco, e a tutto quello che potreste vedere in un qualsiasi film di James Bond, realizzato parecchie decine di anni dopo.
In questa storia troverete continui trucchi, colpi di scena, situazioni drammatiche, e un quantitativo di sparatorie che nulla ha da invidiare ad un thriller prodotto ai giorni nostri.
Musidora, l'attrice che impersona Irma Vep (il cui nome è l'anagramma di Vampires) mette in scena una creatura di dubbia moralità, dark ed opportunista come poche, e dalla resistenza paragonabile a quella di un gatto dalle nove vite.

(Musidora - Irma Vep)

In un susseguirsi di intrighi, rapimenti, anelli e penne stilografiche avvelenate, gas che paralizzano, tutine nere aderenti, esplosioni e risse, Les Vampires scorre via per le sue monumentali sette ore in maniera incredibilmente lieve, senza annoiare lo spettatore.

(Gas paralizzanti, giusto per gradire)

Ciascun episodio presenta un titolo suggestivo, che riassume l'argomento trattato nello stesso.
Ecco la lista completa:
"The Severed Head" 33 mins.
"The Ring That Kills" 15 mins.
"The Red Codebook" 39 mins.
"The Spectre" 30 mins.
"Dead Man's Escape" 35 mins.
"Hypnotic Eyes" 54 mins.
"Satanas" 46 mins.
"The Thunder Master" 52 mins.
"The Poisoner" 48 mins.
"The Terrible Wedding" 60 mins.
Come potete vedere la durata delle scene è variabile, e tende ad aumentare progressivamente.
Il film è stato girato a Parigi durante gli anni della prima guerra mondiale, cosa che rese particolarmente complicata la produzione, a causa delle inevitabili problematiche legate ad un periodo tanto drammatico.
Alcune parti sono state realizzate grazie all'uso di stock footage, ovvero spezzoni di pellicola appartenenti a documentari, cinegiornali ed altro, inseriti all'interno del film per ovviare alle difficoltà di “mettere in piedi” scene particolarmente complesse e spettacolari.
Un altro espediente creativo impiegato per dare maggiore “spessore” all'intera narrazione, e che consente allo spettatore di seguire i vari cambi di orario e luogo in modo semplice e diretto, è quello di tingere la pellicola con colori differenti, a seconda del tipo di luce/ambiente presentato.
Avremo dunque scene color seppia per gli interni, verde in caso di esterno giorno, blu per la notte o l'assenza totale o quasi totale di luce, rosso per luoghi e condizioni atmosferiche di scarsa luminosità, come interno di locali notturni, e situazioni che si svolgono durante l'alba o il tramonto.
Diventa semplice dunque riconoscere dove e quando la storia viene messa in scena, aggirando abilmente i problemi dovuti al non poter girare in notturna, o in piena libertà.
Scarsamente considerato dai critici per l'assenza di espedienti cinematografici rilevanti e la dubbia moralità del tema trattato, Les Vampires riuscì a catturare l'amore incondizionato del pubblico, rendendo Musidora una delle attrici Francesi più in voga del periodo.

(Musidora - Irma Vep)

Di fatto Les Vampires presenta una costruzione incredibilmente semplice, che si basa su lunghe scene filmate usando una camera fissa, ed occasionali primi piani di dettagli come nel caso di parti scritte o foto.
L'intera produzione costò davvero poco anche per via dell'uso di fondali dipinti, e il riciclo obbligato e sistematico delle poche suppellettili disponibili.
Musidora, l'attrice che impersona Irma Vep era un'acrobata, e realizzò personalmente tutti gli stunt presenti all'interno della pellicola.
Ho trovato questo film molto godibile seppur dilatato in tempi quasi eterni, e ricco di continue sorprese nella trama, che lo rendono imprevedibile e sempre nuovo.
Irma Vep in particolare si rende protagonista di moltissime parti drammatiche sopravvivendo a calamità, rapimenti, e molto altro, riuscendo sempre a spuntarla brillantemente.
Aiutata dal suo essere moralmente parecchio elastica se la caverà in ogni frangente, divenendo la spalla del potente di turno in sublime naturalezza.
La versione da me trovata su YouTube, che ho scoperto poi essere priva di parte del finale (scovato in un altro canale) presenta una colonna sonora molto interessante, che ha attirato la mia curiosità.
Si tratta di una composizione royalty free  a cura di un artista chiamato Kevin MacLeod, il quale rende le proprie creazioni sonore disponibili gratuitamente, a chi ne volesse fare uso.
Il sito dove trovare l'intera sua produzione si trova QUA e comprende una vastità di generi e temi tra i piu vari, rigorosamente raggruppati in categorie per facilitarne l'uso.
Vi lascio con i link alle schede wikipedia ed IMDb e... buona visione!

mercoledì 8 luglio 2015

Freaks - 1932

Buongiorno, quest'oggi vorrei parlarvi di un film molto particolare, scovato nel web dopo una breve ed intensa ricerca, e visionato giusto ieri notte.
Freaks è un film horror del 1932 diretto da Tod Browning unico nel suo genere, per la presenza di autentici «fenomeni da baraccone» all'interno della pellicola, i quali recitano nel ruolo di loro stessi.
La versione originale ed estesa è andata perduta, in quanto giudicata eccessivamente scioccante per venire distribuita nelle sale.


Tod Browning, regista e produttore, si vide costretto ad effettuare molti tagli mirati ad eliminare le parti considerate più spaventose, riducendo la lungheza della pellicola dagli iniziali 90 minuti, a non più di 64.
Gli sforzi compiuti tuttavia, non furono in grado di proteggere quest'opera da recensioni e critiche tanto negative, da compromettere in maniera pressoché irreversibile la carriera di Browning.
Ma di questo vi parlerò al termine della mia recensione.
La trama, che si svolge interamente all'interno di un circo, è semplice ma d'impatto.
Tutto inizia con un imbonitore, impegnato a narrare al pubblico di come i freaks non abbiano scelto di venire al mondo, e di come essi siano legati gli uni agli altri da una sorta di legge che recita “Offendi uno di loro, ed offenderai tutti”.
Successivamente l'uomo conduce gli spettatori ad una grande scatola, contenente la più incredibile mostruosità esistente. Essa un tempo era una splendida donna, conosciuta come “The paecok of the air”.
Una cliente scruta nella scatola, ed urla di terrore.
La scena cambia mostrando Cleopatra, bellissima e talentuosa trapezista.
La donna seduce Hans, il nano che si occupa di presentare al pubblico le attrazioni del circo, dapprima con l'intento di dileggiarlo, e successivamente, una volta venuta a conoscenza della sua immensa ricchezza, per sposarlo.
Il piano di Cleopatra è chiaro, intende diventare la moglie di Hans, e poi, con l'aiuto del suo amante ovvero l'uomo forzuto, avvelenare il poverino impossessandosi di tutti i suoi beni.
Hans, promesso sposo della graziosa nanetta Frida (nella realtà i due attori erano fratello e sorella) è completamente perso d'amore per Cleopatra, la quale, ha vita ben facile e riesce a scucire il matrimonio con grande facilità.
Durante il pranzo di nozze però, mentre Cleopatra inizia ad avvelenare il vino consumato da Hans, tutte le attrazioni del circo festeggiano la donna con una sorta di rituale d' accoglienza, e al suono della ossessionante filastrocca "We accept her, we accept her. One of us, one of us. Gooba-gobble, gooba-gobble" si passano un calice di vino da cui tutti bevono, in segno di comunanza.
Cleopatra, inorridita da quegli esseri da lei considerati come mostri si ribella gettando loro addosso il vino, apostrofandoli come «freaks».
Inoltre, a causa dell'ebbrezza, bacia appassionatamente l'uomo forzuto, rivelando i propri veri sentimenti ed intenti.
Hans, intenzionato a chiudere l'accaduto rifiuta le patetiche giustificazioni e scuse di Cleopatra, ma non può fare o dire più di tanto, perché il veleno è ormai entrato in circolo.
Il finale della storia si presenta crudo, drammatico e terribilmente d'impatto.
Durante lo spostamento del circo in altro luogo, che avviene in una notte di pioggia e tempesta, Cleopatra seguita a somministrare ad Hans il veleno spacciandolo per una medicina, ma il nano, ormai conscio di quanto frulli in testa alla donna, finge di accettare quanto lei gli propina.
Mentre la pioggia scroscia ed i tuoni squassano l'aria, i freaks attaccano Cleopatra e l'uomo forzuto armati di pistole e coltelli, inseguendoli senza pietà sino a sopraffarli in una serie di scene da far accapponare la pelle.
E qua arriviamo al punto lasciato in sospeso ad inizio post.
I tagli effettuati dal regista, riguardano principalmente questa parte.
In origine la scena di aggressione era assai piu articolata e cruenta, e comprendeva l'evirazione dell'uomo forzuto, totalmente assente nella versione definitiva, e la mutilazione di Cleopatra.
Si narra che una donna, nel corso della presentazione al pubblico sia stata colpita da malesseri tanto forti, da causarle un aborto.
Ho trovato questo film molto interessante, non solo per la presenza dei freaks, qui ritratti nella quotidianità della loro esistenza comprendente abitudini, abilità, rapporti affettivi e di amicizia, ma sopratutto per la storia, dove coloro comunemente visti come i «normali» si rivelano ben più mostruosi dei mostri stessi.
Il comportamento squallido ed immorale di Cleopatra e del suo compare, la sua bellezza e perfezione fisica, stridono con le deformità dei freaks e il loro immenso senso di giustizia, coesione, aiuto reciproco, costringendo lo spettatore a riflettere su chi, nella storia, sia il vero mostro.
Al di la della recitazione non sempre brillante, trovo che questo film sia davvero ben fatto, senza cadute di tono, e che riesca a mettere in luce i vari «fenomeni da baraccone» presenti, in modo gentile e rispettoso.
Costruito come una mescolanza tra documentario e dramma, mette in scena una galleria di soggetti tutti perfettamente delineati, anche quando la loro presenza è obbligatoriamente limitata a brevissime scene, portando lo spettatore ad affezionarsi a queste sfortunate creature, dal nobile cuore.
Indagare sui singoli soggetti è un percorso affascinante, che vi porterà ben oltre il film, riempiendovi di stupore ed ammirazione.
L'intera pellicola è reperibile liberamente nel web, anche se vi dovrete accontentare di una qualità non proprio eccelsa.
Consiglio caldamente di cercarlo e vederlo, sono certa che non vi deluderà, specialmente se amate il genere, ed i film datati.
Per finire, due curiosità: il brano “Pinhead” del gruppo punk The Ramones è riferito al film, e sempre rimanendo in tema musicale il video degli U2 “All I want is you” è anch'esso ispirato (in parte) al film.
Buona visione e come sempre, lasciatemi le vostre impressioni se vi va.

martedì 9 giugno 2015

Salome' - 1923

La curiosità segue vie infinite.
Questo ho pensato quando, durante il mio quotidiano giro su Pinterest, sono incappata in una foto che ha immediatamente catturato la mia attenzione.
La foto era questa, e raffigura Alla Nazimova, un'attrice Russa, principalmente attiva durante l'epoca del cinema muto.


Mi sono interessata alla sua figura, scoprendo che nel 1923, ha interpretato Salomé nel film omonimo, tratto dal poema di Oscar Wilde illustrato da Aubrey Beardsley, artista che amo molto.
La scorsa estate, sono andata in giro per Brighton in Inghilterra, cellulare impostato su Google Maps e senso dell'orientamento nullo, in cerca della casa natale di Beardsley, trovandola infine dopo lungo girovagare.



Figuratevi dunque la mia gioia, nel comprendere che il caso mi aveva condotta verso lidi in parte familiari, e di sicuro stimolanti.
Sono andata a cercare il film su YouTube, e ieri notte l'ho guardato, pensando che vista la sua impostazione sperimentale e di film d'arte, l'avrei probabilmente trovato pesante ed ostico, ed invece... meraviglia! Questa pellicola mi ha conquistata appieno, tanto da farmi venire voglia di acquistarne il DVD.
La storia, adattamento libero del racconto biblico incentrato su Salomé e l'esecuzione di San Giovanni Battista (nel film ribattezzato Jokaanan), si dipana per poco più di un'ora, mettendo in mostra uno spettacolo fortemente stilizzato, elegante e minimale, che ha sinceramente affascinato il mio animo amante della sottrazione.
L'impostazione scenica è teatrale, scarna, e riprende magnificamente le suggestioni create dai disegni di Beardsley.
Il caratteristico motivo a squame presente in molte sue opere, si ritrova nell'arredamento e nei costumi indossati dagli attori.
A proposito di costumi: li ho trovati estremamente creativi e geniali. Ammetto che alcune scelte estetiche di primo acchito mi siano sembrate un tantino buffe, ma nel contesto generale, mano a mano che occhio e mente si abituavano all'insieme visivo, cambiavano radicalmente perdendo quella patina di cosa un po' ridicola, assumendo invece quella di oggetto d'arte vero e proprio.
Di fatto coloro che abitano il palcoscenico nel quale la storia viene recitata, sono veri e propri pezzi d'arte ambulanti, perfetti nella loro grafica essenzialità, che resta sempre in bilico tra bellezza ed eccesso, esattamente come i disegni di Beardsley nei quali gli elementi decorativi pur essendo presenti in gran quantità, mantengono un mirabile equilibrio.
Salomé, con il suo trucco bellissimo ed esagerato, la minuscola tunica di luccicante lamè, e una spettacolare acconciatura, una sorta di capolino fiorito formato da steli leggeri sormontati da piccole sfere che si muovono lievi, e probabilmente tintinnano ad ogni piccolo movimento dell'attrice, è una figura affascinante nella sua stravagante semplicità.
Alla Nazimova aveva piu' di 40 anni quando ha girato il film trovandosi a voler interpretare il ruolo di un'adolescente, riuscendo a risultare credibile nonostante il suo aspetto non avesse granché a che fare con una quattordicenne.
Posso dire tuttavia che la signora Nazimova, era incredibilmente splendida per essere una ultra quarantenne. Il suo volto espressivo e sofferente, il corpo snello ed agile nella danza, fanno dimenticare che lo spettatore si trovi di fronte ad una donna matura, anziché una ragazzina.
Tutta la narrazione è un immenso balletto che nulla ha da invidiare alle moderne realizzazioni, e Salomé in particolare spicca, grazie all'eleganza e il controllo squisito di ogni gesto.
Vi sono scene particolarmente «forti» visivamente, se inserite nel contesto di una rappresentazione incentrata su movimenti solenni, lenti ed eleganti.
Il suicidio del servo di colore, il suo sdraiarsi a terra in segno di umile sottomissione davanti a Salomé ed Erode, la cattiveria gratuita perpetrata su di lui da parte della principessa, la morte volontaria del capitano delle guardie di corte, gli strali feroci di Jokaanan che invoca punizioni orribili nei riguardi di Salomé, sono tra gli elementi che rendono viva la narrazione senza farla adagiare.
Vi è poi la trasformazione della protagonista, che passa da ragazzina viziata, capricciosa, ma comunque innocente, a quella di donna adulta e sensuale, capace di esprimere pienamente ed apertamente il proprio animo crudele.
La mutazione non è solo negli atteggiamenti, ma anche visiva.
Quando Salomé decide di danzare per Erode e la corte, abiti ed acconciatura cambiano radicalmente, e la cosa si ripete ancora poco dopo, nelle fasi finali del film, quando la principessa, strappata ad Erode la promessa di ricevere la testa di Jokaanan su di un piatto d'argento completa la propria metamorfosi, rivestendosi di un lussuoso mantello, cambiando ancora acconciatura, e divenendo in tutto e per tutto adulta sia di aspetto che di animo, lasciando fluire all'esterno tutto il rancore per essere stata respinta da Jokaanan, e il suo desiderio di vendetta cruda, selvaggia.
Se non siete avvezzi ai ritmi lenti, la recitazione esagerata, in generale alle dinamiche dei film muti non credo sia il caso di affrontare la visione del film, anche se io ve la consiglio comunque.
Da anima curiosa quale sono desidero spingere anche altri verso una sana curiosità, e un giro su YouTube non farà male a nessuno.
QUA potete trovare il link ad uno slideshow di immagini tratte dal film.
Vi lascio con un pettegolezzo riguardo il film.
Voci di corridoio narrano che il cast di questa pellicola fosse interamente gay in onore dell'autore, ovvero Oscar Wilde, ma non vi sono certezze a riguardo.
Di sicuro alcuni dei soggetti in scena impersonano figure che si avvicinano moltissimo all'estetica gay, e tra le presenze «femminili» all'interno della corte di Erode, vi sono diversi uomini in drag.
Ho trovato un paio di versioni del film su YouTube, scegliendo di visionare quello diviso a spezzoni, perché migliore dal punto di vista dell'immagine.
Non ho idea se la colonna sonora sia quella originale, ma l'ho comunque trovata azzeccata con i suoi toni cupi ed ossessivi, primitivi, tribali.
Buona visione se vorrete, e, nel caso, lasciatemi i vostri commenti.



Ah, un'ultima curiosità: ora so con certezza da dove gli Smashing Pumpkins abbiano preso ispirazione (tra le altre cose) per il video di “Stand inside your love”.







domenica 3 maggio 2015

Kobu - Tori

YouTube offre spesso e volentieri piacevoli sorprese, che un essere curioso come me di tanto in tanto riesce a cogliere, ed apprezzare.
Non ricordo se l'animazione di cui intendo parlare quest'oggi, l'abbia scovata grazie alla mia abitudine di vagare tra i suggerimenti, o se vi sia giunta tramite qualche post su Tumblr, fatto sta, che si è rivelata una graditissima scoperta.
Kobu-Tori è un'animazione giapponese del 1929 dotata di straordinaria vivacità, che narra dell'incontro casuale di un anziano contadino o tagliaboschi, con un gruppo di Tengu.

(Tengu)

L'uomo,  affetto da una gigantesca escrescenza sferica che ne deturpa il volto, viene sorpreso da un violento temporale durante lo svolgimento dei quotidiani lavori nel bosco, trovando rifugio nel tronco cavo di un albero dove si addormenta, per poi risvegliarsi quando all'esterno è già notte piena.
Attirato dal suono di tamburi e flauti esce allo scoperto, incappando in un gruppo di Tengu intenti a danzare al chiaro di luna.

(il protagonista) 

Quello che ho identificato come il re o capo dei Tengu assiste allo spettacolo, compiacendosene.
L'uomo si avvicina mettendosi a danzare a sua volta, attirando l'attenzione di tutti i partecipanti alla festa in corso.
Purtroppo la mancanza di sottotitoli o traduzioni per i testi in giapponese limitano la comprensione della storia, ma possiamo ipotizzare che l'anziano, racconti al re dei Tengu di ciò che gli è accaduto prima del loro incontro, suscitando l'istintiva simpatia dello spirito.
Viene dunque invitato ad esibirsi in una danza che conquista i favori dell'intera comitiva, suscitando grande entusiasmo.

(Re dei Tengu)

Per ricompensarlo della sua piacevole performance, il re dei Tengu ordina ad uno dei presenti di strappare via l'orribile escrescenza dal volto dell'uomo.
La scena cambia, e possiamo vedere l'anziano contadino parlare con un suo compare, anch'esso affetto da una deformità al volto.
Ascoltando la narrazione di quanto accaduto la notte precedente, del suo incontro coi Tengu e del dono ricevuto, l'uomo appare invidioso, tanto che, decide di recarsi nel bosco la notte stessa, per tentare di rintracciare i Tengu ed il loro re.
Provando a riprodurre goffamente quanto raccontato dal contadino, tenta di ingraziarsi i favori del gruppo di spiriti combinando solo un sacco di guai, che esasperano l'intera combriccola.
Quando poi cerca di sottrarre al re dei Tengu il tesoro che egli tiene accanto a sé, viene catturato e punito appiccicandogli al volto, il gigantesco porro appartenuto in precedenza al suo fortunato ed onesto compare.
Il tema di questa storia è molto comune tra le legende e fiabe popolari, e l'ho ritrovato in moltissime tradizioni appartenenti ai popoli e continenti più diversi.
Il meccanismo di svolgimento dei fatti segue un plot preciso, che vede l'incontro casuale di qualcuno (uomo, donna o bambino) con spiriti del bosco o spiriti in generale, e di come il fortunato o fortunata riesca, per via di coincidenze, purezza d'animo, onestà, ad ottenere i favori delle creature soprannaturali a tal punto, da venire premiato con doni straordinari.
Vi è poi la rivelazione della fortunata esperienza ad altra persona (parente o conoscente), e il tentativo di sfruttare la cosa a proprio vantaggio, tentativo che regolarmente fallisce, a causa della mancanza delle condizioni sopracitate, e degli intenti fraudolenti ed interessati del soggetto.
Questa breve animazione stupisce per fluidità e cura nei dettagli, ed appare incredibilmente moderna anche ai giorni nostri.
Abituata ai cartoon americani della medesima epoca, popolati da figure grottesche, caricaturali e scenette comiche o assurde, è stato per me una specie di rivelazione scoprire come l'animazione in altre parti del mondo, avesse un tratto tanto attuale, e “realistico”.
Se qualcuno dei miei lettori (quali lettori? XD) fosse pratico di giapponese, mi piacerebbe moltissimo conoscere il contenuto dei dialoghi, ma temo che questa mia curiosità resterà tale.
L'intero film, una delle prime animazioni della storia, è disponibile su YouTube a questo link.
QUA una versione con colonna sonora.
Buon divertimento.

mercoledì 15 aprile 2015

La Coquille et le clergyman


Lo scorso Novembre, seguendo i link di una pagina dedicata alla minimal wave e generi musicali simili, sono approdata ad un video, che presentava un montaggio di scene tratte da questo film.


(Newclear Waves - God of war)

Cosi' l'ho cercato, trovato e visto.
Si tratta di una pellicola sperimentale Francese realizzata nel 1928 e della durata di 31 minuti e rotti, che vi catapultera' in un universo fatto di immagini inquietanti e prive di un reale significato.
Proprio cosi', questo film non ha una trama definita e non ha un senso dichiarato.
L'unico tema o filo conduttore rintracciabile, e' quello dell'ossessione erotica di un prete, per la moglie di un generale.



In pratica assistiamo ad una serie di immagini mentali di tipo onirico o allucinato, che si susseguono senza avere alcuna struttura codificata.
Lo vidi in una piovosa e spettrale notte, al buio, e devo dire che nonostante la mia nulla cultura in fatto di cinema ed arte, sono riuscita ad apprezzarlo.
La mia comprensione dell'opera si e' rivelata ben scarsa, ma credo vi sia poco da capire in senso stretto.
Il film, comunque, mi ha lasciato una sensazione di disagio e follia stranamente attraenti. Suppongo derivi dall'indubbio fascino delle scene presentate, e dall'atmosfera malata che permea l'intera pellicola.
Se vi va, siate curiosi e guardatelo, senza cercarvi nulla piu' di un mucchio di sogni e deliri.
Se invece vi troverete dei significati netti, parliamone.


venerdì 3 aprile 2015

Crayon Dragon

Rieccomi di nuovo qua, per parlare di un corto animato appena scoperto, visto, ed amato.
Come già accennato in passato su queste pagine, Tumblr,  oltre a fungere da archivio e luogo di ricerca ed ispirazione, per gli elementi da inserire all'interno dei miei libri o storie, si è rivelato spesso e volentieri in grado, di farmi scoprire molti artisti, film, cose creative interessanti.
"Crayon Dragon" per l'appunto, l'ho scovato tra le pieghe di questo social network caotico ed affollato.
Opera di Toniko Pantoja, racconta di una giovane artista chiamata a ridipingere una pavimento in cemento, sul quale campeggia il vecchio disegno di un gioviale drago.
Nell'istante in cui inizia a lavorare, il suolo risucchia la ragazza, conducendola in un mondo pieno di colori e magia, dove ritroverà il drago, e vivrà con lui attimi di pura meraviglia.
Il finale, che non vi spoilero, mi ha davvero commossa.
Dura solo tre minuti e rotti, guardarlo sarà semplice, veloce, e vi garantirà dolcezza ed emozioni, perfettamente stipate in un tempo esiguo, non più lungo di quanto impieghereste, a bere una tazza di tè.
E se al termine di questa manciata di minuti, vi ritroverete con gli occhi lucidi come è capitato alla sottoscritta, siate carini, fatemelo sapere.
Buona visione.

Crayon Dragon by Toniko Pantoja
Music composed by Denny Schneidemesser
Violinist - Taryn J. Harbridge
Low and Tin Whistle - Kristin Naigus
Sound Design by Glenn Harfagre





mercoledì 1 aprile 2015

Sapphire and Steel

Salve, oggi vorrei parlarvi della mia serie sci-fi preferita, ovvero Sapphire and Steel (Zaffiro ed Acciaio).
Ho talmente apprezzato questa serie, da usarla come spunto di partenza per il mio primo libro.
Between Dimensions è la mia storia più amata ed importante, che spero di correggere e riprendere come si deve, in un prossimo futuro.
Se vi sentite temerari, e volete sfidare le inevitabili magagne di punteggiatura e altro che contiene, potete trovare e scaricare gratuitamente il libro a QUESTO LINK.
Non sono una cultrice di serie TV, prediligo poche cose in genere datate, e non riesco proprio ad appassionarmi alle produzioni “moderne”.
Suppongo sia tutta colpa del mio animo anziano, che riesce ad emozionarsi davanti ad un film muto, e a sbadigliare guardando cose che i più considerano divertentissime.
Il mondo è bello perché vario, diceva qualcuno, e nel mio caso quest'affermazione appare quantomai azzeccata.


(Joanna Lumley-Zaffiro e David McCallum-Acciaio)

Ma torniamo all'argomento del post.
Sapphire and Steel è una serie Inglese prodotta da ATV, scritta da Peter J. Hammond ed andata in onda dal 1979 al 1982, per un totale di 34 episodi.
Il cast è composto da attori aventi già una discreta fama all'epoca, e vanta David McCallum (che ha raggiunto la piena popolarità in tarda età, impersonando Duckie, il medico legale acuto e stravagante in NCIS) nei panni di Steel – Acciaio, e Joanna Lumley (già famosa per il suo ruolo in The New Avengers – 1976/77) in quelli di Sapphire – Zaffiro.
La serie viene considerata la risposta dell'emittente ITV al ben più celebre e longevo Doctor Who, ed il tema portante in Sapphire and Steel, ricorda per certi versi quello su cui da più di 50 anni, si basano le avventure del Dottore nella vecchia cabina blu, cioè il TARDIS.
Sapphire and Steel sono due fantomatici Operatori Interdimensionali, incaricati di risolvere anomalie e altri problemi, riscontrabili nel tessuto del tempo.
In definitiva Zaffiro ed Acciaio, si occupano di mantenere integrità e ordine nel tempo.
Molto poco si sa di loro, e dell'organizzazione di cui fanno parte assieme ad altri loro colleghi, che portano tutti nomi legati agli elementi, e dei quali, durante la sigla di apertura si accenna, presentandoli con i nomi di Gold- Oro, Lead – Piombo, Copper – Rame, Jet – Giaietto, Diamond – Diamante, Radium – Radio, Sapphire – Zaffiro, Silver – Argento e Steel – Acciaio.
In totale gli operatori sono 127, ed includono 12 elementi transuranici, che però non vengono impiegati laddove vi sia vita.


(Sigla di apertura)

Nel corso degli episodi, due degli elementi citati nella sigla, compaiono per fornire assistenza ai protagonisti. Si tratta di Lead – Piombo e Silver – Argento.
Zaffiro ed Acciaio sono esseri non umani, in possesso di poteri particolari e ben definiti, con i quali affrontano gli incarichi che vengono loro assegnati.
Zaffiro, la parte più “emotiva” della coppia, possiede doti di psicometria, ovvero la capacità di estrapolare informazioni solamente toccando un oggetto, riportare indietro il tempo limitandosi però allo spazio di poche ore o giorni. È inoltre in grado di ricevere informazioni riguardo le persone a cui si avvicina, come età, salute, background esistenziale, e psicologia.
Tutte queste azioni vengono sottolineate dal cambio di colore nei suoi occhi, le cui iridi assumono un inquietante e brillante colore blu elettrico.
Acciaio, duro, scostante, freddo come il metallo di cui porta il nome, totalmente disinteressato ai sentimenti altrui, rappresenta il lato più cinico e “muscolare” della coppia.
Dotato di forza straordinaria, piega sbarre di metallo senza troppi sforzi, ma la sua peculiarità più spiccata, sembra essere quella di poter  abbassare la propria temperatura sino allo zero assoluto, per congelare e distruggere i nemici.
Quest'operazione tuttavia, lo fiacca enormemente a livello fisico, riducendolo all'inabilità quasi totale per parecchie ore.
Acciaio inoltre, può paralizzare le persone con lo sguardo, spostare oggetti usando la mente (telecinesi),  ed essere praticamente invulnerabile.
I due, spesso e volentieri, comunicano tra di loro usando la telepatia.
Il rapporto che lega Zaffiro ed Acciaio sembra essere di pura e semplice collaborazione; Acciaio spesso rimbrotta Zaffiro parlandole duramente, sgridandola, trattandola male, ma vi sono anche moltissimi elementi nel suo comportamento, che fanno chiaramente pensare che provi un profondo affetto per la collega, un affetto che sfocia in amore mai dichiarato apertamente, ma di cui si possono trovare molti indizi nel corso degli episodi.
Zaffiro invece, pare più leggera, si mostra interessata ad Argento, amoreggia per così dire con lui, e pur manifestando un profondo legame con Acciaio, non appare coinvolta quanto il compagno di avventure.
Le storie di cui sono protagonisti, si caratterizzano per le atmosfere sospese ed oscure, i ritmi dilatati, la solennità, e la piega spiccatamente soprannaturale.
Zaffiro ed Acciaio hanno a che fare con spettri, entità di incerta natura, lesioni nel tessuto del tempo che inghiottono persone e creano illusioni, loop temporali e cosi via.
Grazie ad una sapiente recitazione, le ambientazioni, l'uso di pochi effetti speciali impiegati in modo semplice ma incredibilmente efficace, al potere delle storie, Zaffiro ed Acciaio può essere considerata una serie unica, che seppur datata, mantiene un fascino straordinario.
Vi consiglio di guardare tutti gli episodi in originale su YouTube, e di avere pazienza se il primo vi sembrerà lento, perché vi garantisco che il vostro tempo non sarà sprecato.
Zaffiro ed Acciaio è una serie che necessita di pazienza, amore per le storie di fantasmi, le atmosfere oscure e un po' gotiche, il desiderio di attendere, sognare.
Vi lascio con il link al primo episodio, e mi raccomando... Upstairs and downstairs... upstairs and downstairs...